Il Rione Fornaci
Chi siamo
Chi siamo? Ci vorrebbero fiumi di parole per descriverci, perché siamo tutti diversi e custodiamo gelosamente ogni sfaccettatura ma, forse, potremmo riuscire a definirci con una parola che usiamo spesso: famiglia. Non vogliamo certo sostenere di essere perfetti perché, se lo fossimo, non potremmo mai definirci famiglia e a noi questa parola così inflazionata e spesso abusata e usata a sproposito, piace moltissimo. Ci piace definirci così perché abbiamo il piacere di stare insieme e di conoscere persone nuove, accogliendole a braccia aperte ma assolutamente al buio, senza sapere come quella persona potrà interagire con tutti noi... esattamente come accade quando arriva un nuovo nato a casa o un parente lontano a trovarci e narrarci storie impensate. Siamo una famiglia perchè ognuno ha una sua vita fuori, certo, ma poi torniamo tutti a casa (in sede) a raccontarci come è andata là fuori, tra aneddoti, e reciproco aiuto; quando è il momento di essere seri, inoltre, siamo in grado di essere serissimi: ci sediamo intorno a un tavolo, con temperature talvolta tropicali e talvolta glaciali, per
intrecciare insieme le fila della nostra nuova storia, del corteo, dei giochi e per trovare il modo di far quadrare i conti che sono certamente meno poetici di tutto il resto ma servono a sostenere tutto quello che vorremmo portare in piazza ogni anno e, ogni anno, sono sempre tantissime le idee che vorremmo realizzare e ci dispiace sempre molto se, per motivi che non dipendono da noi, dobbiamo abbandonarle.
Non è nello spirito della Famiglia Gialla, infatti, lasciare le cose a metà, rinunciare senza averle tentate tutte (più una!). Abbiamo in comune, tutti noi, uno spirito per metà pratico per metà romantico (nel senso storico-letterario del termine) che ci guida in alto, verso quello che -almeno nel nostro paese- non si è ancora visto, puntando sempre su quello che per noi è valore e pilastro: l'Originalità e il rigore storico della ricerca, senza rinunciare a qualcosa di scoppiettante.
E poiché le nostre parole -sia quelle dette che quelle che scegliamo di non dire- sono sempre molto pesate, anche quando il meteo avverso si abbatteva, letteralmente, su di noi e sulle nostre scenografie realizzate in cartone (cfr. libro pop-up, foresta dei sogni et alii), non ci siamo affatto scomposti e abbiamo continuato come nulla fosse, come se non diluviasse sui nostri volti truccati, sulle nostre emozioni, sulle labbra che pronunciavano imperterrite le battute di scena e così è emersa una fotografia che ben ci rappresenta e che fa parte della storia di questa festa: tutti noi, sotto la pioggia, diretti verso la vittoria. Con una piccola pausa, è vero: il nostro spettacolo è stato interrotto per motivi di sicurezza e tutti noi abbiamo messo da parte il dispiacere e abbiamo tirato fuori la grinta e le energie per mettere in salvo quel che potevamo della scenografia e abbiamo passato la notte e il giorno seguente per sistemare quel che si poteva. E poi? Poi abbiamo vinto.
Il Palio, certamente, ma soprattutto abbiamo vinto come gruppo, come famiglia. E visto che l'acqua non ci ha spento affatto, l'anno seguente abbiamo portato in piazza il fuoco, mettendo in piedi, già da Gennaio,
una sorta di scuola circense in cui semplici rionali hanno imparato a utilizzare clave, cerchi, trampoli altissimi e palle infuocate e si sono messi in gioco sia grandi che piccini per dare vita ad uno spettacolo
che ha visto una rionale, atleta dei kataklò, esibirsi nel cerchio volante regalando al paese un momento di pura poesia allietato anche dalle note di un panarmonico originale dell'Ottocento. Non abbiamo vinto
il Palio, quell'anno, ma per noi la vittoria più grande è portare in piazza qualcosa di positivamente memorabile e non trascurabile.
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